Rapporto UNHCR: diminuiscono gli arrivi, aumentano i rischi

Sono ancora migliaia le persone che da gennaio ad agosto 2018 hanno cercato di raggiungere l’Europa per fare richiesta di protezione internazionale o per ricongiungersi con i propri familiari. Secondo l’ultimo rapporto di UNHCR “Viaggi disperati”, contenente i dati aggiornati relativi ai primi sette mesi di quest’anno, gli arrivi sono però in diminuzione rispetto al 2016 e al 2017.

Quella che invece non diminuisce è l’incidenza di mortalità che questi “viaggi disperati” fanno registrare e che il rapporto illustra nei pericoli più disparati che i rifugiati si trovano ad affrontare sia lungo le traversate via mare, sia lungo quelle via terra.

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Il rapporto illustra anche i dati relativi alla nazionalità dei rifugiati, alla loro ripartizione demografica e al numero dei MSNA che giungono in Europa in cerca di un futuro migliore.

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L’Europa è meta del viaggio

“Tra gennaio e luglio il numero di rifugiati e migranti entrati in Europa attraverso la Grecia, l’Italia e la Spagna è calato del 41% rispetto all’anno scorso” si legge tra le prime righe del rapporto, anche se solo l’Italia ha registrato un calo significativo degli arrivi (-81%), mentre Spagna e Grecia hanno visto aumenti rispettivamente del 130% per la Spagna e dell’88% per la Grecia.

Sono infatti Grecia e Spagna i due paesi europei che hanno registrato il maggior numero di ingressi nei primi sette mesi di quest’anno e addirittura la Spagna a fine luglio 2018 è diventata il principale punto d’ingresso in Europa.

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La rotta del Mediterraneo centrale, a lungo il principale punto d’ingresso in Europa (nel 2014, 2016 e 2017 secondo il rapporto di UNHCR) ha visto il verificarsi di cambiamenti molto significativi nei viaggi dei migranti per diverse ragioni: “il rifiuto dell’Italia di consentire le operazioni di sbarco di alcune imbarcazioni di ONG che trasportavano rifugiati e migranti soccorsi a partire dall’inizio di giugno”, chiarisce il rapporto, ma anche il rafforzamento della capacità di soccorso e intercettazione della Guardia Costiera libica che nei primi sette mesi del 2018 è divenuta “l’attore principale ad intervenire al largo delle coste libiche”.

Questi cambiamenti hanno costretto i migranti a viaggiare su imbarcazioni molto più affollate e insicure lungo rotte più lunghe e di maggior durata e ha fatto sì che gli attori in grado di assicurare assistenza in caso di pericolo fossero raggiungibili con più difficoltà. 

I rischi per coloro che viaggiano verso l’Europa sono ancora elevati e le morti che inevitabilmente si sono registrate in questi primi sette mesi del 2018 sono purtroppo moltissime.

Quanti sono a perdere la vita

Secondo il rapporto UNHCR “alla fine di luglio 2018 sono quasi 1.600 le persone che risultano morte o disperse lungo le rotte del Mediterraneo e quelle via terra, non includendo quelle che hanno perso la vita lungo le rotte verso il Nord Africa, come per esempio nel deserto del Sahara o in Libia”.

E’ tra coloro che affrontano la traversata del mar Mediterraneo, però, che si registra il maggior numero di morti o dispersi. Nel 2017 hanno perso la vita mentre tentavano la traversata in mare 2.276 persone, una ogni 42 arrivi. In confronto tra gennaio e luglio 2018 hanno perso la vita o sono scomparsi in mare 1.095 migranti, una persona ogni 18 arrivate sulle coste europee. Senza contare gli incidenti lungo questa stessa rotta che hanno visto il maggior numero di decessi in un solo evento tragico, la maggior parte dopo la partenza dalla Libia.

Anche lungo le rotte via terra si sono registrati nei primi sette mesi del 2018 almeno 74 decessi rispetto ai 42 dello stesso periodo nell’anno precedente.Il rapporto si conclude illustrando quelli che sono i pericoli che i rifugiati affrontano lungo le rotte verso l’Europa, che molto spesso vengono corsi prima che il viaggio abbia inizio o che si incontrano una volta arrivati a destinazione (non sempre quella che si era immaginata in partenza) ed esorta i paesi accoglienti ad adottare maggior tempestività nelle procedure di asilo e una particolare tutela nei confronti dei minori che viaggiano soli.

 

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